Il viceministro leghista all’Economia: «Fosse per me, farei tutte le opere cantierabili già domani. Vogliamo un Paese pieno di giubbotti arancioni, quelli dei lavoratori dei cantieri”
Allora viceministro Garavaglia, Toninelli dice che i vostri numeri sulla Tav non sono giusti. Cosa gli risponde?
«Che aspetto di vedere i suoi».
Qualcuno di voi leghisti ha visto qualcosa di quel dossier, o no?
«Vogliamo vedere un dossier ufficiale, finora ci sono solo anticipazioni che dicono vi sia un parere negativo. Ci sarà pure un dossier dietro queste conclusioni? Quando arriverà, ove ci fosse, lo possiamo verificare».
Cosa c’è che non sta in piedi, secondo le anticipazioni? Indicazione di costi di pedaggi o calo di entrate da accise su carburanti per via del maggior uso dei treni merci?
«Questa cosa ridicola di pedaggi mancati e di accise non riscosse immagino non possa essere messa nei costi. È una boutade e ove fosse nel dossier vanificherebbe tutto il lavoro. Mi par di capire che l’Italia è sotto infrazione Ue per polveri sottili, con rischio di multe miliardarie. Se qualcuno pensa sia intelligente tenere tre milioni di tir che passano di lì…».
Il vostro dossier scardina un numero chiave, quei 20 miliardi di costo presunto della Tav che per voi sono invece un quarto. Fissa anche cifre diverse su quanto costerebbe non farla, 24 miliardi a regime. Numeri molto distanti…
«C’è un dossier ufficiale, quello dell’osservatorio, un punto di partenza per tutti. Manca un altro dossier ufficiale per capire in cosa si differenzi. Noi poi abbiamo diversi contributi da differenti fonti e tutti dicono la stessa cosa: che conviene farlo».
In che tempi?
«Le cito un fatto. C’è tra le due Coree un tunnel che hanno lasciato a metà. C’è anche un treno pronto a partire, che fanno visitare con biglietti turistici. Ma lì l’analisi costi-benefici viene fatta per motivi diversi, problemi politici annosi. Ma si sa mai che anche lì lo finiscano quel tunnel».
Litigate con i grillini sui numeri e tutto resterà fermo?
«No, stiamo solo attendendo i numeri, quando ci saranno potranno essere discussi, ma finché non arrivano è difficile discutere. Abbiamo ultimamente parlato di merci: vero che un treno produce un nono delle polveri sottili dei tir e sarebbe facile fare un calcolo. Se poi il tunnel precedente ha pendenze troppo forti, ovvio che lì non si possono usare i treni moderni. Ma poi ci sono i passeggeri. Si parla di Torino-Lione, ma si deve dire Milano-Torino e Parigi. Se dici che vai in quattro ore e mezza da Milano a Parigi, l’appeal del mezzo diventa interessante assai. Togliamo Lione che, pur essendo una bella città, non fa bene alla causa. Insomma le considerazioni sotto il profilo economico e ambientale parlano chiaro».
Ma perché rinviate allora il voto sulle mozioni del Pd e delle opposizioni che puntano a sbloccare i lavori?
«Mi sembra corretto avere questo fantomatico dossier in mano per discutere i numeri. Una volta che li avremo ci metteremo con i numerosi professori che ci sostengono ad analizzarli. È un tema di rilevanza nazionale e le informazioni vanno diffuse e discusse».
Provi a fissare un termine oltre il quale dovete dire che fate: entro le Europee?
«Fosse per me farei tutte le opere cantierabili subito, domani. Noi vogliamo un Paese pieno di giubbotti arancioni, quelli dei lavoratori dei cantieri».
Con questi tentennamenti sulle infrastrutture non rischiate di non stimolare la crescita stagnante del Paese e che poi sia troppo tardi?
«Per fortuna siamo riusciti a fare interventi anche molto rilevanti. Non è stato semplice ma abbiamo alzato le soglie del codice degli appalti, follia che esiste solo in Italia. Lo abbiamo portato da 40 a 150 mila euro».
Salvini ha annunciato che a febbraio presenterà la proposta della Lega per detassare persone e imprese. Come sarà articolata?
«Ovviamente non entro nei dettagli, ma abbiamo sempre detto che il primo anno si faceva ciò che si poteva. Siamo partiti dalle imprese più piccole perché avendo fatto reddito e Quota cento, abbiamo esaurito il budget. Dal secondo anno ci concentreremo sulla Flat tax e passeremo alle persone fisiche e ai dipendenti. E proseguiremo in questa direzione». —
Sorgente: Garavaglia: “Il ministro tiri fuori il fantomatico studio costi-benefici” – La Stampa