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Il Movimento Cinque Stelle vive una sorta di lacerazione interiore. Da una parte la tradizione giustizialista e dall’altra la ragione di governo. Il voto sull’autorizzazione a procedere per Salvini sul caso Diciotti rischia di mettere i grillini di fronte a un dilemma di difficile soluzione. E da ieri, cioè da quando Salvini ha inviato una lettera al Corriere per chiedere che non si svolga alcun processo, Di Maio e soci non fanno che cercare una via d’uscita.All’inizio, infatti, il leader della Lega aveva detto chiaramente di non volere l’immunità. Posizione perfetta per i grillini: se Salvini si fa processare, era il ragionamento dei pentastellati, noi possiamo votare l’autorizzazione a procedere senza incrinare i rapporti col Carroccio. Salvando capra e cavoli.Ieri, però, dopo aver sentito Giulia Bongiorno e Giancarlo Giorgetti, il leader della Lega ha tracciato una strada diversa: il ministro dell’Interno ha agito nell’interesse dello Stato, è la posizione, dunque l’autorizzazione a procedere deve essere negata. E qui sono iniziati i drammi dei Cinque Stelle.Qualcuno, scrive il Corriere, avrebbe anche buttato lì l’ipotesi di un voto sulla piattaforma Rousseau. Unico problema: il rischio che si trasformi in un “referendum” su Matteo Salvini. Allora, con un Di Maio definito “irritato” secondo il Corsera, sarebbe stata valutata l’ipotesi – poi in qualche modo cavalcata – di dire che le decisioni sulla Diciotti sono state collegiali. “Perché non sosteniamo Salvini in giunta? – avrebbero pensato i grillini – Si tratta di una scelta politica, il caso Diciotti è stato gestito collegialmente”. Anche Beppe Grillo lo ha detto: “Il reato è di tutto il governo. Stasera dobbiamo autodenunciarci tutti perché siamo tutti colpevoli, ma come c… fai a immaginarti un governo che si autodenuncia?”. E Conte ieri sera si è preso la responsabilità politica di quanto deciso dal suo governo.La linea però la rende pubblica Di Battista a Porta a Porta. Il M5S crede che Salvini abbia fatto dietrofront e per questo è irritato, ma sosterrà in qualche modo l’alleato. “Qualora fossa successa questa cosa a Di Maio, lui avrebbe rinunciato all’immunità, cosa che disse Salvini, ma ha cambiato versione”, ha detto Dibba. Che poi ha precisato: “È stato un atto condiviso di governo. Processare Salvini non è giusto”.Il problema sono i senatori. Ieri Di Maio ha organizzato una riunione con i componenti della Giunta per le Immunità. Nella notte si sono visti in un summit Conte e i due vicepremier. Al centro dell’incontro, anche il caso “Diciotti”. I sette senatori M5S in Giunta, infatti, sarebbero pronti a votare “Sì”. “Si decide insieme”, avrebbero detto secondo il Corriere. Ma l’idea di restare fedeli ai principi grillini è tanta.In questo modo, il Movimento finirebbe al fianco di Pd e sinistra, lasciando la Lega con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ultima ipotesi: votare l’autorizzazione a procedere in Giunta e poi schierarsi con Salvini in Aula al Senato. “Credo proprio che voteremo a favore alla autorizzazione a procedere – ha spiegato ieri Dibba a Bruno Vespa – poi cercheremo una soluzione tutti assieme”.

Sorgente: Diciotti, ira Di Maio su Salvini. Il M5S: “Votiamo sul blog”

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