0 6 minuti 5 anni

Sull’imbarcazione potrebbero esserci morti, a bordo anche venti donne e dodici bambini. Alarm Phone: ore di appelli inascoltati

Un mercantile inviato dalla Guardia costiera libica ha raggiunto il barcone in avaria che era da ore a 60 chilometri da Misurata, e i cento naufraghi che rischiavano di morire in mare fanno rotta verso Misurata. Ad annunciarlo Palazzo Chigi in una nota. “Aiutateci, presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando”. Era questo il contenuto dell’ultima drammatica telefonata giunta al numero di Alarm Phone dal barcone con circa 100 persone a bordo in difficoltà al largo di Misurata.

I soccorsi dopo ore di attesa

“Sono nel panico – aveva raccontato nel pomeriggio chi risponde al sistema di allerta telefonico a cui si rivolgono i migranti che tentano la traversata – il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell’ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare. La situazione è disperata”. Mentre dalla nave i migranti avevano rivolto un altro disperato appello: “Non vogliamo essere sui media, vogliamo essere salvati”. In serata la Guardia costiera libica priva di propri mezzi di soccorso ha inviato un mercantile in assistenza del barcone: il cargo, battente bandiera della Sierra Leone, ha raggiunto l’imbarcazione e i profughi saranno riportati indietro.

L’allerta di Alarm Phone

È un dramma che sembra non aver fine quello che si sta vivendo negli ultimi giorni nelle acque libiche dove i trafficanti, nonostante il meteo inclemente e le temperature rigide, hanno ripreso a far partire barconi uno dietro l’altro. Dopo il gommone naufragato venerdì, i due intercettati dalla guardia costiera libica e quello soccorso da Sea Watch, un nuovo barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato questa mattina da Alarm Phone. Il natante, che inizialmente non aveva chiesto aiuto, ha poi iniziato a imbarcare acqua con le persone nel panico. Per questo, sebbene lontanissima, a 15 ore di navigazione, la Sea Watch ( che già ieri ha preso a bordo 47 persone) ha deciso di dirigersi verso le coordinate segnalate dal barcone.”Siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il #Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire”, sottolinea Sea Watch su Twitter.

Ore di appelli alla Libia inascoltati

“Roma e Malta ci hanno detto di contattare la guardia costiera di Tripoli come autorità competente – hanno spiegato sempre su Twitter quelli di Alarm Phone– finora non abbiamo avuto risposta. Non possiamo nemmeno confermare che abbiano ricevuto il nostro messaggio. Stiamo chiamando tutti i numeri di telefono, finora senza successo”.  Poi Palazzo Chigi  ha fatto sapere di essere in contatto con la Guardia costiera libica per il soccorso.  Solo in seguito all’intervento italiano la situazione si è sbloccata con l’invo del cargo.

Centosettanta morti in pochi giorni

Nei giorni scorsi ci sono stati 170 morti in due naufragi: uno è avvenuto nel mare di Alboran (53 morti) tra la Spagna e il Marocco, l’altro a largo della Libia, tra venerdì e sabato, dove sarebbero decedute 117 persone, secondo quanto raccontato da tre superstiti. “Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune”, ha dichiarato proprio stamani la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, durante la sua visita a Palermo. Le due tragedie hanno suscitato polemiche anche per l’effettiva capacità di gestione delle autorità libiche della propria zona Sar (Search and Rescue).

La linea dura di Salvini

Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha confermato la linea dura. “Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga – si legge in un post su Twitter – e delle Ong che non rispettano regole e ordini. Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra anzichè denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio”.

Di Maio contro Macron

A rispondergli a stretto giro, però, è il senatore Gregorio De Falco: “Salvini manca di umanità, è un cinico. Non so se ci sarà una Norimberga, come dice Leoluca Orlando, ma un giudizio morale c’è comunque”.  De Falco attacca anche il leader dei Cinque Stelle, che ha voluto la sua espulsione dal Movimento: “A Luigi Di Maio ricordo che noi abbiamo sempre detto ‘nessuno rimanga indietro’ e non abbiamo escluso da questo la povera gente o chi è naufrago”. Il vicepremier stamattina era a una manifestazione del M5S ad Avezzano e non si è sottratto alle domande sulle ultime stragi in mare. “Vedo molte lacrime di coccodrillo…”, ha detto, riferendosi al presidente francese Emmanuel Macron. “Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i Paesi africani. Il posto degli africani è l’Africa, non il fondo del mare”.

In serata anche l’intervento di Alessandro Di Battista, che ospite di “Che tempo che fa” ha dichiarato: “Salverei queste persone e le porterei a Marsiglia: finché non si creerà un incidente diplomatico con l.a Francia, non si risolverà nulla”. E poi ha aggiunto: “Bisogna valutare se la presenza delle ong non favorisca le partenze e i morti in mare”.

Articoli Correlati

Migranti, il dossier di Human Rights Watch:

Migranti, il dossier di Human Rights Watch: “Libia un inferno senza uscita”

Sorgente: Cento sul barcone in avaria soccorsi da un mercantile chiamato dalla Libia: sono diretti a Misurata – Repubblica.it

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20