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L’ex premier annuncia (l’ennesimo) ritorno in campo per il voto di maggio. A Bruxelles e Strasburgo, però, Forza Italia si trova più spesso a fianco della sinistra rispetto ai vecchi alleati del Carroccio. Come è possibile? 

Silvio Berlusconi, annunciando la sua candidatura alle europee, ha indicato un precedente illustre: il se stesso di 25 anni fa. «C’è bisogno di cambiare questo governo, dove una parte è rappresentata dal Movimento Cinque stelle» ha detto il leader di Forza Italia, paragonando il partito di Di Maio a «quei signori della sinistra comunista del ‘94, in più con questo difetto (l’incompetenza, ndr). Almeno i comunisti presentavano persone che sapevano amministrare».

L’obiettivo di Berlusconi, europarlamentare dal 1999 al 2001, sembra essere più ricompattare il centrodestra («torneremo presto uniti») che trapiantarsi di punto in bianco a Bruxelles. Nel caso, però, si troverebbe di fronte a un paradosso un po’ indigesto: all’Eurocamera Forza Italia si è schierata più spesso a fianco della sinistra rispetto alla Lega, i vecchi alleati che sta cercando di strappare all’abbraccio dei Cinque stelle. Secondo un’analisi pubblicata da VoteWatch Europe, un think tank, gli eurodeputati di Forza Italia hanno infatti votato più di frequente in sintonia con i colleghi della ex lista europea Altra Europa con Tsipras (tasso di compatibilità del 41% ) rispetto al Carroccio (36%). L’affinità più elevata si registra invece con un altro partito di estrazione diversa, anche se la sorpresa è già più tenue:  il Pd. Sempre secondo VoteWatch Europe, il «match» tra i due è pari al 74% dei voti, grazie a terreni di sovrapposizione su questioni economiche, commercio internazionale e politica monetaria.

Forza Italia e Lega: flirt in Italia, distanza in Europa
La vicinanza tra gli eurodeputati di Forza Italia e del centro-sinistra sugli scranni europei non può sfociare, ovviamente, in alcun tipo di intesa elettorale. A creare più imbarazzi potrebbe essere, semmai, l’incompatibilità programmatica fra il partito di Berlusconi e il suo ex alleato leghista, almeno nell’ottica di un ritorno di fiamma sulla politica interna. Forza Italia e Lega sono alleate in alcune regioni e Berlusconi ha lanciato più di un amo per il ritorno a una coalizione unitaria. Gli esponenti più a destra del partito spingono per un’intesa con Salvini, e alcuni hanno rotto il ghiaccio saltando direttamente fra le file della Lega. L’occasione giusta per rinserrare le linee potrebbe essere l’eventuale «naufragio» dell’alleanza tra i Cinque stelle e il Carroccio, auspicata da Berlusconi nell’autocandidatura di oggi. In Europa, però, la situazione si complicherebbe per questioni di parentela politica.

Forza Italia rientra fra le file del Partito popolare europeo, il gruppo di centrodestra che ospita al suo interno anche Angela Merkel e il presidente dell’Eurocamera Antonio Tajani. La Lega appartiene al gruppo di ultradestra dell’Europa delle nazioni e della libertà (Europe of nations and freedom group, o Enf), la stessa compagine di Marine Le Pen, una sigla tenuta ai margini dalle sinergie di voto fra i pesi massimi dell’Eurocamera:  Popolari (217 deputati), sociademocratici (189) e liberali (68, in realtà meno rappresentati rispetto ai 74 deputati del gruppo dei Conservatori e riformisti). I tre assemblamenti tendono a raggiungere compromessi sulle principali questioni sul tavolo, creando una sorta di «cordone sanitario» che isola le forze più radicali come lo stesso Enf. Il risultato è che Forza Italia, adattandosi alla linea dei popolari, finisce per sposare indirettamente le cause di socialisti e liberali. La Lega, a suo agio con la linea dei nazionalisti, resta sulle posizioni espresse anche in Italia e va in cerca di appoggi nella «internazionale populista» che Salvini sta cercando di orchestrare.

Le distanze sull’economiaMa dopo maggio…
Nelle votazioni che si sono svolte tra luglio 2014 e febbraio alle assemblee plenarie dell’Europarlamento, Forza Italia e Lega hanno sfiorato un tasso di compatibilità del 50% solo sulle questioni di competenza della commissione «libertà civili, giustizia e affari interni»: la divisione che si occupa di immigrazione, argomento dove Forza Italia e Lega si mantengono più o meno in linea. Per il resto, il filo fra i due è davvero fragile: il tasso di compatibilità fra i voti degli uni e degli altri si abbassa sotto al 30% su questioni come budget (27,4%, contro l’affinità del 41,5% registrata con i “comunisti” dell’Altra Europa con Tsipras), commercio internazionale (24,5%, comunque sotto al 26,1% nel confronto con la lista di Tsipras), affari economici e monetari (23,13%, in questo caso identico al tasso di compatibilità con il partito di Tsipras). «Forza Italia e Lega giocano su piani completamente diversi a livello europeo – dice Davide Ferrari, ricercatore a VoteWatch Europa – E questo ha anche un impatto sui loro difficili rapporti a casa». Da Bruxelles, però, fanno notare che la distanza fra i due potrebbe ridursi dopo il voto di maggio. Se non altro per ragioni di opportunità politica: l’indebolimento dell’asse fra popolari, socialdemocratici e liberali potrebbe costringere i tre a cercare sintonie anche di fuori del proprio orizzonte originario. Magari fra gli estremisti dell’Enf, riavvicinando (anche) in Europa Berlusconi e Salvini.

Sorgente: Berlusconi, perché in Europa è più vicino ai «comunisti» che alla Lega

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