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Il Paese ha uno dei più alti tassi di aborto selettivo al mondo: meglio interrompere la gravidanza che dare alla luce una figlia femmina

La parola «sonsuz» significa sterile, per gli azeri è un termine disonorevole. Viene utilizzata per indicare una donna che ha partorito solo femmine. Per evitare di essere definita in questo modo, una madre preferisce chiamare la propria figlia Kifayət o Yetər, nomi che significano «è abbastanza» o «l’ultima», un presagio al prossimo figlio maschio. L’Azerbaijan ha uno dei più alti tassi di aborto selettivo al mondo, con donne senza nessun potere che preferiscono interrompere la gravidanza pur di non dare alla luce una figlia femmina. E’ il paese dove nascono ogni anno molti più maschi che femmine, caso unico in tutto il mondo.

Questo fenomeno che nega alle bambine il diritto di nascere, ha conosciuto la sua fase di espansione con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e l’apparizione per la prima nel paese caucasico di strumenti ecografici utili al riconoscimento del sesso nel neonato. In Azerbaijan non è in vigore nessuna legge che proibisca gli aborti selettivi, spesso le coppie non dicono al medico che la causa dell’aborto sia il sesso del figlio, queste donne preferiscono nascondere che sono state picchiate dai mariti e costrette ad interrompere la gravidanza.

Anche se l’Azerbaijan è riconosciuto in tutto il mondo come il paese caucasico del rinnovamento, punto di riferimento di petrolieri con un governo giovane ed aperto agli affari, il dominio maschile è ancora molto radicato e non si è discostato da un passato fortemente tradizionalista. A comandare in famiglia sono padri, zii e cugini, così come succedeva secoli fa. Le scelte delle giovani donne nello studio o vivere in modo indipendente sono limitate dalla volontà del capofamiglia. Non è così per i figli maschi, liberi di decidere della loro vita.

Le nozze spesso diventano un incubo per la sposa. Deve partorire entro il primo anno di matrimonio, evitare in tutti i modi di mettere al mondo una femmina, mettere al mondo un bambino è una questione di prestigio non solo per il padre, ma anche per tutte le altre donne della famiglia, pronte ad emarginare la sposa fin quando non è disposta a programmare una nuova gravidanza. Le situazioni più estreme si manifestano nelle regioni più povere e nelle zone rurali, dove il tasso di istruzione è molto basso, non di rado se una donna si rifiuta di abortire facile che possa subire violenze e minacce. Per molti azeri gli aborti fanno parte di una cultura patriarcale che considera concepire il maschio una dimostrazione di virilità. Le femmine sono invece viste come un peso, in quanto dopo il matrimonio lasciano la famiglia, mentre gli uomini spesso rimangono a prendersi cura dei genitori anziani vivendo con loro.

Sorgente: Azerbaijan, il paese dell’aborto selettivo dove nascono quasi sempre maschi – La Stampa

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