“A noi presidenza Senato, a M5S la Camera”
Il centrodestra decide. Dal vertice a Palazzo Grazioli emerge la proposta di dare, si legge in una nota “alla coalizione vincente, il centrodestra” la possibilità di esprimere “il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare, il M5S” la scelta del “presidente della Camera”. Contemporaneamente verrà riconosciuto “in ciascun ramo del Parlamento un vicepresidente a ogni gruppo parlamentare che non esprima il presidente”.Silvio Berlusconi tiene il punto, per ora, su Paolo Romani per la presidenza del Senato. Ma, come sempre, si tiene aperte più strade e non esclude altri nomi (Anna Maria Bernini, Maurizio Gasparri e Maria Elisabetta Casellati gli altri papabili), qualora la candidatura dell’ex ministro dovesse essere impallinata per il veto dei cinque stelle (contrari a ”indagati e condannati”) magari con la sponda della Lega. Nel corso del ‘prevertice’ con lo stato maggiore di Fi, tenutosi a palazzo Grazioli prima del summit con i leader di Lega e Fdi, il Cavaliere annuncia di puntare su Romani per poi proporre la sua candidatura a Salvini e Meloni, ricevuti subito dopo nella residenza romana di via del Plebiscito. Dopo oltre due ore di summit, raccontano, Berlusconi la spunta e ottiene che il candidato dell’intera coalizione per lo scranno più alto del Senato dovrà essere un azzurro. In questo modo il leader Fi torna in partita e il suo ruolo potrà essere determinante per i prossimi step. A fronte del ‘passo indietro’ su palazzo Madama, Salvini ‘va all’incasso’ e lancia il leghista Massimiliano Fedriga alla presidenza del Friuli Venezia Giulia al posto di Renzo Tondo. Il segretario di via Bellerio investe come governatore il suo fedelissimo, ‘blindandolo’ con un twitter poco dopo il vertice, ma prima, raccontano, torna a rivendicare per sé e la Lega la premiership.Il comunicato diffuso al termine del vertice tra i leader di Fi, Lega e Fdi certifica il ‘compromesso’ raggiunto a palazzo Grazioli, con il ‘passo indietro’ di Salvini su palazzo Madama e quello avanti per palazzo Chigi, mentre Berlusconi per la prima volta, e lo mette nero su bianco, ‘apre’ alla trattativa con i grillini, ‘offrendo’ la presidenza della Camera al Movimento cinque stelle. Dopo quasi tre ore di confronto la proposta comune è la presidenza del Senato al centrodestra e quella della Camera ai cinque stelle con rappresentanti del Pd ‘garantiti’ negli uffici di presidenza. Da qui, insomma, si parte, anche se nessuno lo conferma, per ogni tipo di accordo con i grillini, anche per la formazione del futuro governo. La carta Romani, dunque, resta ancora in piedi. Fi spera che passi indenne le forche caudine del voto segreto e possa essere eletto al Senato al ballottaggio, grazie anche al ‘soccorso rosso’ del Pd. Per i ‘bookmakers’ azzurri l’ex ministro ha chances concrete di farcela. Anche il Cav ci crede e per questo vale la pena di provarci. Se poi Romani dovesse essere impallinato, si ritornerebbe alla casella zero.
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